lunedì 9 luglio 2007

Prigioniero

Un uomo fu imprigionato a vita per un reato che non aveva mai commesso. Si comportava in maniera esemplare e così dopo alcuni mesi i suoi carcerieri cominciarono a considerarlo un prigioniero modello.
Gli fu permesso di rendere la sua cella un po' più confortevole, e sua moglie gli mandò un tappeto da preghiera che aveva tessuto con le sue mani.
Diversi mesi dopo, l'uomo disse ai carcerieri:
"Io so lavorare il metallo, e voi siete mal pagati. Se potete procurarmi qualche utensile e alcuni pezzi di stagno vi farò degli oggetti decorativi che potrete vendere al mercato. Potremmo dividere il ricavato, a beneficio di tutti".
Le guardie accettarono e in breve il prigioniero cominciò a produrre oggetti finemente lavorati, la cui vendita contribuì al benessere di tutti.
Poi, un giorno, quando i carcerieri entrarono nella cella, scoprirono che l'uomo era scomparso. Conclusero che era un mago.
Molti anni dopo, quando l'errore della sentenza fu scoperto e l'uomo fu scagionato e poté abbandonare il suo nascondiglio, il Re di quel paese lo convocò e gli chiese come fosse riuscito a fuggire.
Il fabbro disse:
"La vera fuga è possibile solo attraverso una giusta concomitanza di fattori. Mia moglie ha trovato il fabbro che aveva costruito la serratura della porta della mia cella, e altre serrature della prigione. Così ha ricamato il disegno della serratura sul tappeto che mi ha mandato, proprio nel punto in cui si appoggia la testa durante la preghiera. Lei contava sulla mia capacità di notare il disegno e di capire che era quello della serratura. E' stato necessario che mi procurassi il materiale con cui costruire le chiavi, e lavorare il metallo nella mia cella. Ho dovuto sfruttare l'avidità e il bisogno delle guardie, così da non destare sospetti. E' questa la storia della mia fuga".